Questa specie di tarlo è la nemesi dei depositi di legna, un vero e proprio flagello per questo settore che lo incorona come nemico giurato di questa divisione.
La femmina è solita deporre le sue uova proprio all’interno dei vasi del legno. Questo spiega perché i legnami a vasi grandi sono quelli che si ritrovano ad essere vittima della nuova generazione di tarli che nascerà.
I fori nel legno cagionati da un esemplare adulto di questa specie di tarlo sono noti con il nome di “Tarlature”. Sono provocati dalla loro evasione e, a differenza del capricorno delle case che produce dei fori che variano dai 3 ai 7 mm di dimensione, quelli prodotti da questa specie sono più piccoli e variano da 1 a 2 mm.
La sua offensiva si dimostra fatale. Con il passare del tempo il legno sotto attacco subisce un crollo totale. La presenza e la compattezza del soggetto lascerà inesorabilmente il posto a un fine velo di polvere. Non resterà altro che questo dell’oggetto soggiogato dall’ictide comune.
Non è particolarmente longevo, di fatto il suo intero ciclo vitale si esaurisce nel periodo di un anno.